È lei!

È lei!

giovedì 22 maggio 2014

Dell'Elefante Bianco (rubato)

Non avrei mai voluto, lo giuro. 
Ma l'ho fatto, non ho restituito un libro.
E ora credo che lo dovrò rileggere almeno una volta a settimana, o il furto mi costerà sicuramente un soggiorno sine die ai piani bassi. 
Devo dire, però, che questo fatto (shame on me! Shame on me!) mi ha dato un grande spunto per il riordino della libreria (ebbene sì, finché non avrò i miei 85 mq di studio con annessa biblioteca, per un libro che entra, uno ha da uscì). 
Credo che i bibliofili siano più o meno prevedibili, in quanto parte della stessa categoria tassonomica. Faccio un esempio. 
I motociclisti, per strada, si osservano. Ovviamente, sono più attratti da quelli che hanno moto simili a quella che possiedono. Io sono molto attratta da chi ha vecchi Guzzi o Harley clamorose, da certi Triumph e da altre piccole custom. 
In libreria, o al banchetto dei libri, non sono attratta da chi ha in mano un libro di Liala, né da un lettore di Shakespeare (sì, sì, lo so) ma, che ne so, da chi mi stupisce con un Leopardi, con un autore americano che ho particolarmente apprezzato, o un bel saggio di storia e via così. 
Dunque, incontri una persona. Sarà un bibliofilo? Scopriamolo immediatamente. 
Scorrendo le mensole, ho trovato tutti i testi che mi sono stati regalati per "studiare" che tipo di persona fossi. (sì, ma che c'entra? Non stavamo parlando di quelli che avevi grattato nel corso dei secoli? Mo' c'arrivo, un po' di poesia, prima.)

Tra la letteratura italiana, il primo è De Carlo.
Dopo un trauma adolescenziale mai superato, trovo il secondo lettore di De Carlo della mia vita. Mi regala "Uccelli da Gabbia e da Voliera". Lo trovo geniale. Dolorosamente geniale. Lo regalo a mia volta, ma certi libri tornano indietro, specialmente se incontri il terzo lettore di De Carlo della tua vita nel giro di così pochi anni. 


Fosca mi venne prestato con affetto e malinconia. Fosca è un libro meraviglioso e dovete assolutamente leggerlo. Specialmente se, come succede, la bella Clara ha conquistato il cuore dell'amato e voi siete indecise tra la morte per inedia o la truce vendetta. Lasciate fa', leggetevi un bel libro che vi passa tutto. Mi venne prestato, insomma, ma poi Clara si insospettì un tantinello, Giorgio non si fece più sentire e il libro sta lì. Così te 'mpari. Viettelo a ripijà, se c'hai il coraggio. Ti lancio il Dizionario Enciclopedico dal quarto piano. Ora che mi s'è intasato il ferro da stiro e l'ho ricomprato nuovo, quello vecchio te lo rompo sul cranio con tutta la caldaia. Noi anarchici non dimentichiamo. #sapevalo.
Comunque, bel pupo c'hai fatto assieme, complimenti! Somiglia al postino.

Nel settore filosofia troviamo un grazioso Diario del seduttore, Kierkegaard. Uscire con i filosofi è sempre una sfida, se becchi quelli giusti, specialmente perché non capisci mai se siano seri o ti perculino. Nel mio caso, mi perculava sicuro. Comunque, ne detenevo già una copia, che ho provveduto a regalare quanto prima in cambio di un "Sarebbe il quarto libro della mia vita, tipo". 
I grandi sprechi dell'esistenza. 
Spero onestamente che tu abbia riletto quei 4 libri, a partire dal sussidiario delle elementari. Comunque "io ti penso sempre, sai, ti penso". Ovunque tu sia. Spero onestamente che tu abbia smesso di contrarre malattie veneree da punkabbestia a caso, come da tua ultima mail. #piùculochebuonsenso

Nel settore "Letteratura Anglofona", brilla per pregio dell'edizione "La Tempestosa".
Oltre ad essere nella top 2 dei regali più apprezzati ricevuti per il mio compleanno. Punto. Oltre che? No, oltre nulla. la frase finiva lì.
Lo stupore, nel ricevere un libro del genere, è che il bibliofilo, se gli dici un nome, una volta, se lo ricorda. E ti cerca una cosa che non sapevi sul tuo libro preferito. Causando vergogna, miseria ma anche profondo orgoglio: non so se sia orgoglio da "guarda, finalmente ho rimorchiato uno col cervello" (o lui ha rimorchiato me, a seconda) o orgoglio da dialogo platonico sull'eternarsi nell'arte o che ne so. Un orgoglio di stampo pavonico sicuramente, che ti porta a parlare con malcelato mistero del libro ricevuto e solo ad un gruppo scelto di amiche bibliofile. 

Finendo la letteratura anglofona, di pregio anche The Sound and the Fury.
Mi serviva per un esame, in Inglese non ce l'avevo, nonèchemelopuoiprestare? Non ho mai detto che l'avrei restituito. Ma l'ho anche dichiarato. "Lo voglio tenere per ricordo, tanto tu parti e lo so che non torni più. O magari, se torni, io non ci sono. Però leggi Faulkner, anche se mi stai lasciando per fare il cameriere a Berlino, ti ricorderò con gioia". Dev'essere il mio karma, comunque. In un'altra vita facevo il marinaio, sicuro. 

Infine, letteratura sudamericana.
Ti piace vincere facile, eh? Anche io ora dico "farei con te quello che la primavera fa con i ciliegi", sai? Solo che mica tutti ce cascano, so' mica tutti fagiani come me. Arivuoi il libro? Checosachecosa? Solo perché c'era dentro la dedica di un altra ed era un palese riciclo, mi ci sono affezionata. Dubito di averlo mai letto, io odio le poesie che non siano intrise di possibili interpretazioni massoniche.




Comunque, l'Elefante Bianco è un racconto che mi è stato (ri)suggerito dopo il recente post sull'elefantino della Minerva. "Ma sì che l'ho letto, me l'hai prestato tu, il libro!".
Mentre scrivevo, ripercorrevo mentalmente la mensola, alla T di Twain...il Ranocchio Saltatore e altri racconti, il Diario di Eva, Is Shakespeare Dead?, Huckleberry Finn, Tom Sawyer, il Principe e il Povero. Aspè. Altri racconti, altri racconti, altri racconti. "La banconota da un milione di dollari", ci sarà... che ne so..."cannibalismo in ferrovia" e...ma quand'è che ho comprato... oh, no! Che faccio, confesso? No, no. Confesso? Ho confessato. Con il mio candore, devo aver stupito l'interlocutore. 
Mio! Mommelotèngo. Ma questo mi costringerà a rileggerlo. 

Prestiamoceli i libri, sarà un po' come costringere quelli a cui li prestiamo (e che poi non ce li restituiscono) a ricordarsi di noi e a rileggere il tal libro più volte di quanto non avrebbero mai fatto. 

Da qualche parte, nel mondo, mi auguro, chi ha il mio Maestro e Margherita non potrà non sorridere ogni volta che parla con uno sconosciuto in un parco, o incrocia lo sguardo di un succo di albicocca, o passa molto vicino ad un tram.



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