È lei!

È lei!

mercoledì 23 aprile 2014

2 minuti e 50 come forma a priori?

In questo post, parlerò del tempo senza sentirmi Heidegger. 
Ultimamente, Repubblica mi regala gioie che l'editoria e il giornalismo meno radical chic non mi regalano. Voglio dire, la pagina FB de Il Manifesto non posta ininterrottamente da 4 giorni l'intervista al "mago della falloplastica". Forse ho sbagliato percorso formativo, ma di questo ne parlerò altrove.

Italian's do it better (sic). Con questo errore macroscopico, non ho potuto che chiedermi perché mai ho perso vent'anni della mia vita a studiare Inglese (e continuo a perderci tempo appresso). Avrei potuto impiegare più saggiamente il mio tempo. Chessò, studiando svedese per sentirmi più integrata all'IKEA o studiando da operaio edile, o magari a darla in giro per avere un posto di lavoro decoroso. 2 minuti e 50 si trovano sempre, voglio dire, anche se ho un sacco di impegni. 

Ma questa preziosissima intervista al mago della falloplastica sarà mica un richiamo simbolico/allegorico all'articolo di D di Repubblica che ci porta con sconforto praticamente al fondo della classifica per durata di rapporti sessuali (al mondo)? Noi? La patria di Casanova? Della Dolce Vita?
Diciamolo: per quei due minuti e rotti di conquista, scusa se non mi presento né truccata né vestita a modo. I tacchi? Ma de che? Non mi invitare neanche a cena, che c'ho da fa'. C'ho da rivedere tutte le puntate di Settimo Cielo. Arrivo co' la tuta del Volley Sestri Levante del '96, una canotta a costine con possibili residui di unto, e un paio di mutandoni pari requisiti. Se la matematica non mente, Satisfaction, dei Rolling Stones, dura circa il doppio di un rapporto sessuale medio in Italia. Ecco, invece che dedicarvi ad una cosa che, in potenza, potrebbe rovinarvi metà di Satisfaction, mettete su direttamente Out of Our Heads e fatevi un regalo. Anzi, potete sacrificare al sesso Mercy Mercy, che dura giusto 2 minuti e 45. Poi godetevi un signor disco. 

Sì, ma a me 'sta cosa mica mi convince. 
2 minuti e 50 sono quelli che passi alla Posta davanti alla macchinetta diabolica per scegliere con giudizio a quale fila vuoi appartenere per, presumibilmente, ottenere il risultato sperato;
2 minuti e 50 sono quelli che impiega il tuo organismo ad assorbire la prima tazza di caffè e a farti ripartire il cuore;
2 minuti e 50 sono il tempo medio di reazione dell'impiegata grassa del Comune o il tempo in cui ascolti la Primavera di Vivaldi mentre provi a chiamare lo 06.06.06. Può sembrare interminabile, effettivamente, ma sono sempre 2 minuti e 50;
2 minuti e 50 sono quelli che ti permettono di portare la pasta da "ancora un pelino al dente" a "checcazzo, sembra Big Babol".
Che altro succede, in 2 minuti e 50? 

Ho cronometrato le mie attività mattutine, per la scienza. 
In 2 minuti e 50
- non si fa il caffè (si riempie solo la macchinetta e si mette sui fornelli);
- non si fa la borsa della palestra;
- non si arriva in palestra;
- non si fa riscaldamento;
- non si fa la doccia;
- non si arriva a casa;
- non si affetta l'ananas per colazione;
- non si prepara la lezione delle 10 e 30;
- non si scrive un post sul proprio blog. 

Cosa sono 2 minuti e 50 secondi, poi, di fronte all'immensità del tempo?
Potrebbe essere un nuovo inno al libertinismo. "Donne! Che saranno mai 2 minuti e 50? Fate 'sto sforzo! Datejela!"
Potrebbe essere un monito di stampo ciceroniano, eco dell'antico "O tempora, o mores!". 
Specialmente i tempora. 

Allora, non ho potuto non lanciare il sondaggio.
E quale luogo migliore di uno spogliatoio femminile. 

"No, vabbè, 2 minuti e 50? Ma stiamo parlando di animali?"
"No, di uomini. Umani, dico."
"A me non mi sembra fattibile"
"Eh, ma guarda che c'è chi dura anche di meno!"

In due, abbiamo cominciato a guardare con brama le catene a cui si appendono i sacchi da fit-boxe. Non per fare bondage, ma per mettere fine alle nostre sofferenze. Al grido di #vojomorì #hopeless #ifyoutryblackyounevergoback, stavamo già prenotando un biglietto sola andata per il Senegal, nella speranza che almeno quello, di mito, rimanga attivo. Te lo do io, Casanova.

L'eco dell' "anche di meno" era sicuramente più fresca del ciceroniano ammonimento. 

"Oh, effettivamente a me una volta è successo. Non ero manco uscita di casa che aveva già finito"
"A me lo dici? È come quando al ristorante ti aspetti 'na cofana di pasta e ti arriva un piatto di nouvelle cousine..."
"Eh, no, è un po' come quando ordini antipasto, primo, secondo e contorno, per il dolce ci penso, e il cameriere si perde la comanda. Allora dopo due ore ti scazzi, ti alzi e vai a farti un kebab."

Superato il lato drastico-depressivo, ci siamo guardate. "A regà, diciamoci il vero", esordì la Ragazzina col tono vangelo-della-domenica-delle-palme, "in verità vi dico, a me non è che sia mai andata uno sfracello del genere."
Per risollevare l'orgoglio ferito, la carampana comincia a rimembrar il tempo della vita sua mortale in cui lieta e pensosa saliva il limitare di gioventù. Non emergono statistiche importanti o utili ai fini di questa ricerca. 
La Ragazzina dai Capelli Rossi, per la scienza, comincia a snocciolare freddi numeri e dati certi, inerenti fidanzati, compagni, amici, conoscenti, mariti. Materiale non necessariamente di sua proprietà, quantomeno non intellettuale. Stupore tra il pubblico. La nostra rimangiava con coraggio nomi, cognomi e dati sensibili, onde evitare l'assedio e spiacevoli episodi di stalking.

"No, è che secondo me, uno che pensa a cronometrare la propria performance... cioè, aspetta, uno che ha scaricato un'App per cronometrare la propria performance È DIVERSO! Cioè, tu ci andresti con uno così? Anche se non ha dichiarato apertamente di averla scaricata, dico, non te ne accorgi prima? Tipo, che ne so, ci vai a cena e non capisci che...cioè...nsadafare? Cioè, ti seduce con un algoritmo? Vuoi mettere il sano approccio burino Abbèlla, viè qua che te apro come 'na cozza?" concludeva così l'arringa, la Ragazzina dai Capelli Rossi, riscuotendo gradito successo presso il pubblico della sala pesi. Scappava come un ratto, la relatrice, nel timore di aver dato adito a sospetti e maldicenze tra la popolazione maschile; nel timore che volessero smentire la dicuisopra statistica con prova pratica, infilava la porta decisa come Gentile su Zico, salutando con arie da santone.

Vorrei proporvi interviste, commenti, editoriali, ma non è questo il luogo, perché mi verrebbe da discutere sui finanziamenti ai giornali e sulla qualità dell'informazione.
Vabbè, ma passiamo all'infografica.
Signore, non tutto è perduto. In Cina c'è chi sta peggio. Sì, ok, ma lì lavori anche 23 ore al giorno in fabbrica, devi un po' ottimizzare il tempo libero.
2 minuti e 50.
No, cioè, signore mie, non vi preoccupate. C'ho io una persona, ve ne presento io, di amici.
Il mondo può essere ancora bello.
Per 2 minuti e 50, eh, non di più.

Perché il titolo, allora? La forma a priori è, per Kant, l'esperienza fondamentale per conoscere il mondo. Se non mi ricordo male, spazio e tempo sono forme a priori. Ecco, che 2 minuti e 50 vi servano per conoscere chi avete di fronte e scappare via velocissime.



Il suggerimento musicale di oggi è il seguente. Dura 2 minuti e 48, impiegateli al meglio.


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