È lei!

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domenica 2 marzo 2014

Non accettare caffè dagli sconosciuti

(per i lettori dei vari precedenti blog, non saranno certo argomenti nuovi, quelli esposti qui di seguito. Repetita iuvant, comunque)

Dimostrando una saggezza che con gli anni ho perso, già al mio terzo mese di vita universitaria ero giunta all'astuta conclusione che accettare caffè dagli sconosciuti è, tendenzialmente, molto pericoloso. Moooooolto pericoloso. 

Ma perché è molto pericoloso? È un caffè, non una fiala di Roipnol!
(Dei dilettevoli usi del Roipnol parlerò altrove, per ora vi basti sapere che ne parlano i Prodigy in questa meravigliosa canzone).

Il corso, da 4818 CFU, articolato in 803 moduli da 6 CFU verrà aperto al raggiungimento della quota minima di iscritti. Ma leggiamone la presentazione.

"Il caffè è il modo più innocuo che il vostro predatore conosca per avvicinarsi ed entrare gradualmente nelle vostre grazie, dapprima in senso metaforico, e poi possibilmente anche no. Il tutto sta nella solidità della saldatura della vostra cintura di castità. Il vostro è un fabbro con ventennale esperienza nel settore? Si è occupato di mogli di validi crociati? O era lui il saldatore delle sbarre che separavano Lancillotto da Ginevra? Sono dettagli importanti.

Stabiliamo dei prerequisti: intanto, leggere "Le ragioni del Male" (il celebre libro in cui i serial killer cavalcano motociclette da 450 cavalli), 9 capitoli educativi su altrettanti serial killer e, soprattutto, sulle loro gesta. Tra i pre-prerequisiti annotiamo per coscienziosità "Il Vampiro" di Polidori e "Clarissa" di Richardson.

Fatto?

Bene. Una volta che avrete accettato il caffè (per non fare la figura della frigida priva di voglia di vivere), assicuratevi che sia un caffè e non sia un cappuccino. Diffidare dai bevitori di cappuccino, sempre. Aggiungiamo, nella bibliografia di consultazione, questo prezioso articolo.

Perché è dunque così pericoloso, accettare un caffè? Antropologicamente, accettare un'offerta può rappresentare un simbolo forte, la proiezione della presa della vostra virtù.

Nel secondo degli 803 moduli, affronteremo, con esercizi e laboratori pratici, particolari importanti come la scelta di un luogo affollato e la scelta dell'abbigliamento. Già, l'abbigliamento. 
Evitate la pelliccia di nutria e i pantaloni da uomo, se non volete essere rimproverate per la vostra scarsa femminilità (ci dicono che anche lo smalto ottanio sia una chiavica). Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno fornite durante le lezioni."

E poi, boh. Questo castello di 803 moduli da 6 CFU può essere smontato da tre birre medie e da gente che ti dice che sei una persona interessante senza menzionare il fatto che ti abbini a molto del mobilio di casa loro e senza toccare l'argomento "intimo di PVC". (Non potendo non fare una ricerca sull'intimo in PVC e la sua indossabilità - per la scienza, eh! - vi segnalo l'esistenza in commercio di molti capi indossabili e anche piuttosto piacevoli alla vista.)

"Ma fammi ricordare. Era Dahmer quello che uccideva solo uomini? È un emule suo e sta facendo una prova? Con una donna per non dare nell'occhio?"

No, signorine belle: rilassatevi e godetevi una meritata birra (reintegrate i sali minerali persi stressandovi inutilmente con fisime patologiche), sorridete al vostro interlocutore (dimostrando così abilità pragmatiche presenti già nei bambini dai 9 mesi in su) e, se siete brave, fate un fioretto e non fumate come ciminiere di fronte al vostro interlocutore (questo non c'entra con le abilità pragmatiche, ma ci dicono che può far piacere, specialmente se lo sguardo del vostro interlocutore ricadesse inevitabilmente sul sopra citato smalto ottanio). 

Potete tirare un sospiro di sollievo, siamo tutti salvi e pronti ad un lieto happy ending in cui il cameriere tristissimo non può nemmeno risollevarsi il morale godendo del fallimento degli approcci altrui. (Sì, i camerieri lo fanno. Scommettono anche sul resto della serata. Ci si giocano la paga, giuro. A volte si preparano ad accogliere il cuore spezzato di turno poche ore dopo, per la sbronza epocale da "sono tutte delle stronze". I camerieri. Cosa sarebbe il mondo senza di loro).

La mattina dopo potete riflettere sulla vostra spremuta di arancia e chiedervi: "Perché ho detto quelle cose ad uno sconosciuto? Che idea avrò dato? Penserà che sono pazza e ho avuto un'infanzia difficile?" 

Magari sì, magari no, ma magari la palla al piede con su scritto "cazzate che ho fatto in piena consapevolezza" pesa un po' di meno, oggi. 


[Grazie!]





 





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