È lei!

È lei!

lunedì 24 febbraio 2014

Roba da palestra - che coss'è l'amor

(ultimamente la levatura culturale dei miei post, già raramente di ispirazione hegeliana, va sprofondando verso il grezzo e il coatto. Tornerò quella di una volta.)

Stamattina, probabilmente a causa del forte afflusso di sangue al cervello, mentre ero a testa in giù a tonificare le chiappe in vista dell'ormai imminente (cazzo di) prova costume, ho rivisto una scena che tormentava le mie 4 serie di pressa, anni fa. L'amore che sboccia. Quell'amore tipicamente intellettuale da "abbiamo letto gli stessi libri e visto gli stessi film", da "Anche tu Ryuichi Sakamoto*? Che coincidenza!". Per capirsi. 

In questi casi il tempismo è 'na roba che ti manda fuori di testa. A te, spettatore, dico.
Si allenavano insieme, puntualmente a 135 tapis roullant di distanza. Solo per rispolverare un furor di didoniana memoria e metterti nella condizione di schivare una serie di sguardi lascivi facendoti sentire un carciofo in mezzo ad un mazzo di rose. 
La tempistica, signori miei, la tempistica.
Finito il riscaldamento, lui andava da una parte, lei dall'altra.
Lui entrava nello spogliatoio, lei faceva affondi, io la pressa.
Lei poi arrivava per fare la pressa dopo di me, lui cominciava a fare gli affondi. Bontà divina, ti ci voleva tanto a non entrare nello spogliatoio e a tampinarla come tutta la sala pesi si aspettava che facessi? No, niente. 
"Ora mi alzo e glielo dico". Ma, diciamolo, la Ragazzina dai Capelli Rossi è del Nord, e noi del Nord, tendenzialmente, ci facciamo i cazzi nostri che campiamo cent'anni.
"Posso prolungare la pressa. Ne faccio 65, di serie. Parlatevi, su. Chiedile se sta aspettando che mi alzi, quando hai finito di farle l'eco Doppler."
5 minuti dopo, inevitabilmente mi alzavo.
La trafila continuava per 40 minuti. Si staccavano, si rincontravano, si mancavano per 2 addominali e mezzo dorsale. Se fossimo stati in un film Disney o in "Tutti Pazzi per Amore", ci saremmo messi a cantare "Wicked Game" in coro.
Poi lei prese una decisione. Perché tutti sapevamo e lei sapeva che noi sapevamo perché lui l'aveva detto a Tizio, che l'aveva detto a Caio che l'aveva detto a Sempronio, che si erano presi la libertà di invitarla ad un elargizione delle sue grazie non prevista dal piano regolatore.

Si chiuse nella sala fitness, sembrò non ne volesse più sapere. Chi mi ama mi segua, insomma. Ma cazzo, dai, a pilates?

"Ma come? E ora che corro senza riconoscere il calore dell'antica fiamma, che faccio?"
La Ragazzina dai Capelli Rossi pensava seriamente di intercedere per il giovanotto, ma il pensiero dell'ammontare dei contributi pagati annualmente la spinse a dare la priorità al campare cent'anni. Era pur sempre del Nord.

E lui entrò in sala fitness. Pilates. 
Ah, l'amore. E lui uscì dalla sala fitness, entrò nello spogliatoio. Poi uscì. Lei uscì dalla sala fitness. "Ci siamo. Uno di pop corn giganti e una tanica di Coca Cola."

"Ciao."
("Ahó, che j'ha detto?")
"Ciao"
"Ciao"
"Mpf"
("Regà, mbèh?")
"Ti andrebbe un caffè?"
"Sì"
In quel "sì" c'erano 3/4 del testo di "Violentami" di Jo Squillo.
Nel 1/4 rimanente, stipate a forza, ci stavano tutte le strofe di "Comprami", di Viola Valentino.

("Ahó, jaffàtta?")
("Pare de sì")
("Je costa pure poco, chesaramaincaffè")
("Dice pure un cappuccino")
("No vabbè, è l'una, magari la portasse a pranzo...")
("Mapranzodeche?")
("Guarda che anche sì, a pranzo")
("Stai addì, che sei genovese, voi vi offrite i bicchieri d'acqua")


Esce lui, esce lei. "Ahó, me stava a scadè 'r semestrale, jelhaifatta!"
(Amici: non portateli in palestra. Se non avete amici, non fateveli in palestra)


Riporto questa domanda per meri fini scientifici: se un uomo ti offre un caffè, c'è sempre un secondo fine?


*per inciso, ignoro beatamente chi era costui, ma so che in casa ci sono un sacco dei suoi album.

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