È lei!

È lei!

venerdì 3 maggio 2013

Risponde l'esperta.

Non è molto che ho cominciato ad apprezzare il bello. 
Il bello vero, eh. Quando sei circondata da cose belle e ti rendi conto che il solo percepirle, sapere che ci sono, ti ha già migliorato la giornata. 
Quando ho scelto di lavorare in Vineria, l'ho fatto solo per poter vedere Giordano Bruno tutte le volte che volevo. 

Anche adesso, quando vado a fare la spesa, amo il bello. 
Vado a fare la spesa al mio Todis, a San Giovanni. Mi scatena la compulsività, posso fare la spesa rilassata, senza avere un mazzo di carciofi nelle mutande per i prezzi inarrivabili né un granchio incazzoso nel portafoglio che mi rende impossibile estrarre i quattrini. Il Todis mi permette di fare scorte e di vivere come una persona quasi integrata nella società, che non vive di riso in bianco e basta. 
Quando arrivo al Todis, ho quasi la sindrome di Stendhal, ora che ho qualche soldino da investire in prodotti alimentari. Vorrei sfatare un mito: nei discount non si vede merda, in linea di massima trovate roba che viene da molto più vicino della vostra roba Kraft o Buitoni, generalmente quasi più saporita, perché l'avete pagata di meno e avete potuto investire sul contorno. 
Detto questo, ecco per dove passo quando esco dal Todis. 
 
Immagine molto poetica. Porta San Sebastiano. Sei nel verde ma ad uno sputo dal centro storico e dall'amato discount. 
Allora che faccio, allungo un po', arrivo in fondo a via Gallia, risalgo a Piazza San Giovanni, di cui allego un'immagine abbastanza kitsch e surreale (immaginatela con l'87 e il 218 + un tir a 18 ruote in terza fila e almeno uno scooterista steso sul campo) e giro a sinistra in via Merulana, che è Roma umbertina, ci fa anche un po' cagare, ma questo non mi impedisce di passare davanti alla beltà dell'Auditorium di Mecenate (che è più bello da dentro che da fuori, ma io l'ho visto pure da dentro, per questo lo amo anche da fuori), di cui vi mostro un piccolo scorcio; e stiamo parlando di
via Merulana, ci passano almeno 2 linee del tram e sembra di essere a Torino. Ma a Roma le rovine sono integrate con il resto, e passi davanti a cose così, che sì che ci sono i barboni che ci dormono intorno, ma a Virgilio che probabilmente ci declamò le Bucoliche, probabilmente sembreranno Titiro e Melibeo. 
E poi, a Largo Brancaccio, se mi va di allungare tiro a Santa Maria Maggiore, sennò dritta a Piazza Vittorio. 
Faccio tutto il giro, e mi infilo al nuovo Mercato Esquilino. 
E lì mi perdo ogni volta, secondo me mischiano i banchi. Tutti i giorni si scambiano i posti, non è possibile non avere punti di riferimento. 
Ma ci vado per il pesce. Al pesce, chissà com'è, ci arrivo subito. Trovo subito il banco che mi interessa. Adoro andarci, adoro che mi chiamino per nome. Alla vostra sinistra, i miei amati pesci che respirano. Quelli con delicata fantasia a rombi. Respirano. Certi tirano anche fuori la lingua. Giuro.
Quando ho finito la spesa e ho finito di perdermi negli acquisti compulsivi, rientro. Mi curo di passare davanti alla Porta Alchemica, prima di riprendere via Cavour, passare davanti agli amati Mercati di Traiano, davanti all'Altare della Patria, per poi arrivare a casa. 

Ho risposto alla vostra domanda "Perché non fai la spesa una volta a settimana in un grande magazzino?". Alla prossima puntata.
I mercati di Traiano. Noi ce li avevamo quando il resto d'Europa era, grossomodo, fermo all'Homo Erectus.

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