Ieri sera avrei voluto dormire prestissimo. A mezzanotte ho finito di lavorare su una traduzione, a mezzanotte e mezza Paolo mi ha dato forfait, all'una ho aperto bramosa il mio cofanetto di DVD alla ricerca di horror-pulp-cagate. A dieci minuti dall'inizio di Cannibal Ferox, Paolo si sveglia giusto per chiedermi che cagata stessi guardando, offendendo il mio novello spirito di critico cinematografico e, per tanto, costringendomi a lavare l'onta con un altro film.
Allora ho messo la prima stagione di Masters of Horror che, come Dexter, meriterebbe di essere seguita solo per la sigla di apertura. Non so se ve l'ho già detto, ma è una serie curata e credo anche prodotta da Mick Garris - non aspettatevi Centovetrine - alla quale collaborano, guarda un po', i registi di spicco del genere. Dario Argento, Don Coscarelli, Carpenter, Garris stesso e via dicendo.
Allora ho messo la prima stagione di Masters of Horror che, come Dexter, meriterebbe di essere seguita solo per la sigla di apertura. Non so se ve l'ho già detto, ma è una serie curata e credo anche prodotta da Mick Garris - non aspettatevi Centovetrine - alla quale collaborano, guarda un po', i registi di spicco del genere. Dario Argento, Don Coscarelli, Carpenter, Garris stesso e via dicendo.
Insomma, ieri ho visto l'episodio numero 6, Homecoming, di Joe Dante.
La storia, detto tra noi, non è che sia tutto sto granché. Neanche la regia, se è per questo.
Sì è simpatico, soprattutto è pieno di citazioni da altri film.
Tra l'altro, avete notato che *off topic* il dottore della seconda stagione di American Horror Story è IDENTICO al dottore che cura Susan in Suspiria di Dario Argento? Vabbè.
Alla vigilia delle elezioni, durante un programma tv di discutibile gusto, David Murch, che scrive i discorsi del presidente, e una specie di battona conservatrice, si incontrano per discutere delle solite pallosità, finché vengono interrotti dalla telefonata di una signora che chiede, di preciso, perché suo figlio sia morto in guerra. Domanda lecita. Murch da parvenza di avere un cuore, e coi lucciconi rivela di aver perso un fratello in Vietnam. Ed esprime un desiderio: "if I had one wish, I would wish for your son to come back, because I know he would tell us how important this struggle is." Ah-ah-ah.
I soldati ritornano dal mondo dei morti, e non è che siano dello stesso avviso. Invadono le città.
Chiedono di votare, perché il candidato dell'opposizione fermi la guerra. Dopo il voto, muoiono una seconda volta. Ma i loro voti non vengono conteggiati. E, nel loro piccolo si incazzano e, "come fanno i soldati in questi casi", chiamano rinforzi: i morti in battaglia di tutte le guerre invadono l'America. E con chi se la vanno a prendere? Con chi li ha scomodati.
Chiedono di votare, perché il candidato dell'opposizione fermi la guerra. Dopo il voto, muoiono una seconda volta. Ma i loro voti non vengono conteggiati. E, nel loro piccolo si incazzano e, "come fanno i soldati in questi casi", chiamano rinforzi: i morti in battaglia di tutte le guerre invadono l'America. E con chi se la vanno a prendere? Con chi li ha scomodati.
Non chiedetemi perché, ma questo film mi ha commossa alla morte. Ho pianto come una fontana. L'ennesimo insuccesso di Joe Dante, che doveva fare un horror e non ce l'ha fatta? L'ennesimo pasticcio di ormoni e conseguente lacrima facile? Oppure ho letto un sottotesto nascosto ai più e visibile agli eletti aspiranti cinefili della notte?