È lei!

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venerdì 14 settembre 2012

Scene di quotidiana romanità VIII - "c'è crisi"

Sono felicissima che sto lavorando. Al settimo cielo. Ieri ero talmente felice che diluviava e sono uscita senza ombrello perché ero felice. Allora sono salita sul motorino e sono arrivata a Monti quatta come un armadillo. 
Parcheggio, litigo con il solito radical chic, diluvia. Dilemma: faccio 200 metri sotto il diluvio o compro un ombrello che userò un paio di settimane prima di dimenticarmelo da qualche parte? Compro l'ombrello. Avvicino un presunto indiano. 

Lui: "'mbreli, signò'?"
Lei: "Piccolo, nero, grazie"
Lui: "Dišc euro"
Lei: "QUANTO?!"

Lui: "Dišc."
Lei: "Tacci tua, ahó! Facciamo 5!"
Lui: "Signó, nu fare pulciara,
ši sta la crisi"

Lei: "Appunto, c'è crisi, abbassali i prezzi, no?"
Lui: "Signó, ombrello anche non serve, anche sotto acqua vabbene"
Lei: "Mo' l'ombrello è un bene di lusso?"
Lui: "Dišc euro"

Lei: "Sappi che, se emigrerò, sarà anche colpa tua".
Lui: "Grazii, signó!"
Lei: (andandosene) "Non era un complimento!"
Lui: "Di soldi signó!"

Non venitemi a parlare di non-integrazione, poi.

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