È lei!

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giovedì 30 agosto 2012

genitorialità e carriera sulla via del martirio.



Da qualche tempo - se non da sempre - Repubblica mi fa venir voglia di strapparmi i capelli a ciocche. Oggi, tra le mille cagate in offerta speciale che molti definiscono "articoli", c'era anche questo: "Ecco la generazione Esausti stressati tra lavoro e famiglia". Non perdetevelo.
Comincio anche a scocciarmi un po' a parlare solo di bambini, ma queste osservazioni calate dal cielo per inondarci di banalità che dovrebbero muoverci al pietismo nei confronti di gente che guadagna un puttanaio di quattrini mi fanno venir voglia di suicidarmi per indigestione da burrito de pollo.

Insomma, hanno dai 30 ai 40 anni e già sono pericolosi. Diffidare dai nati negli anni 70. Periodaccio. 
Guadagnano 'na freca de sòrdi. 
Vogliono la botte piena e la moglie ubriaca.

Insomma, quando arrivi ad avere veramente i quattrini - una sensazione che, per ora, non ho ancora avuto il piacere di sperimentare - e decidi di avere un pupo, in linea di massima, puoi goderti la tua condizione di agiatezza schifosa, metterti in casa la baby sitter più figa del mondo e goderti il tuo pupo nei momenti in cui è più delizioso e non coperto di vomito o altre schifezze. 
Ovviamente, ti candidano per l'assegnazione del Premio Cinismo. 

Quando arrivi ad avere veramente i quattrini, puoi anche fermarti lì e decidere di investirne oculatamente una parte e prenderti cura del cucciolo di vertebrato che hai sfornato.
Puoi anche spedirlo in qualche costosissima scuola privata e rincontrarlo quando ormai sarà diventato maggiorenne, e addio stress da pupo. 

Naturalmente, non sono affari miei, dato che non ho figli e non guadagno i miliardi. 

Mi permetto di buttare qui qualche nozione agiografico/martirologica per consentirvi di avere un concreto termine di paragone per questa generazione di stressati.

Il primo Santo è Teofilo, trafitto, in compagnia di Sant'Elladio, da schegge affilatissime e poi agevolato verso il rogo.
Non è da sotovalutare anche lo stress di San Pietro di Capitoliade, a cui mozzarono mani e piedi per poi appenderlo felice ad una croce. E sticazzi se passava poco tempo coi figli.
Non voglio dirvi dei problemi di San Germanico che da tanto gniafacevappiù provocò il leone preparato per il suo martirio, di modo da sbrigare presto la faccenda che aveva una riunione e non poteva perdere troppo tempo.
San Teodoro, che non si dimenticava certo i bambini al pub, s'era fatto marchiare a fuoco un memorandum sulla fronte, perché era uno preciso. 
Renderei giustizia a San Pietro cubicolario, che anche lui ha fatto la sua gavetta sulla graticola, mica solo San Lorenzo!

Insomma, secondo me, si può stare peggio. 

(Amo il Martirologio, nel caso non si fosse capito. Se volete darci un'occhiata, qui ce n'è uno)

A seguire, un po' di quadri di martiri degni di nota (i quadri, non i martiri)



Santa Lucia di Caravaggio, tanto per dirne una.

 
Antonello da Messina, San Sebastiano

 
Giovanni Bellini, l'uccisione di San Pietro Martire

File:Gentile, lapidazione di santo stefano.jpg 
Ultimo ma non ultimo, Gentile da Fabriano, la lapidazione di santo Stefano

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