È lei!

È lei!

domenica 6 maggio 2012

L'uomo di lettere

"Per una bicicletta azzurra,
Livorno come sussurra!
Come s'unisce al brusìo
dei raggi, il mormorìo!

Annina sbucata all'angolo
ha alimentato lo scandalo.
Ma quando mai s'era vista,
in giro, una ciclista?"

Speravo di non doverla rileggere mai più. Ero in II media; di questa poesia ricorso solo un lapidario "sufficiente" sul quaderno. 
Non che sia tragicamente brutta, ma nemmeno clamorosamente bella.

Comunque, la userò per fare una sintesi sull'uomo di lettere.
Mentre continuavo a celebrare sobriamente il mio 30 di Romanza come se avessi sbancato l'Enalotto, ho ricevuto la classica occhiata languida dell'uomo di lettere.
L'uomo di lettere ti approccia così: con uno sguardo languido da cucciolo di pangasio. Senza la minima scintilla di simpatia, civetteria o malizia. 
Ti guarda come guarderebbe l'Hamilton 90. 
Magari segretamente sta pensando a come farti la rilegatura, ma non lo da a vedere.

Quando l'uomo di lettere ti punta, l'approccio non è indiretto, avviene praticamente con un sistema di specchi. 
Ti rendi conto dell'approccio quando associ il tuo passaggio al riecheggiare distinto di parole come "esametri dattilici", "idiografo", "prima edizione tradotta in Italia".
L'uomo di lettere pensa che tu, in tutta la vita, abbia letto solo il Grand Hotel e i testi dei Moravagine. 
Ne è certo.

Con la sua occhiata languida arriveranno i problemi. Nel migliore dei casi ti beccherai Saba. 

L'uomo di lettere non è che ti disprezzi, ma ti tratta un po' come Eliza Doolittle di Pigmalione. Ci tiene a vederti vestita come un incunabolo, a trasformare la tua vita in un romanzo di Dickens quando non ce n'è bisogno, e a mollarti come Rodolphe, ritornando a glorificare il passato come Cicerone di quando in quando, con laconici sms.

Se ti approccia al bar, disprezzerà la tua birra, e ti ricorderà che Gregory Corso beveva whisky; quando gli ricorderai che Goethe diceva una cosa tipo "una birra forte, un tabacco profumato e una donna, questo è piacere", sarà triste. 
Ti paragonerà senza succeso a qualche personaggio letterario, protagonista di un libro che spera che tu non abbia letto. Quando lo corregerai, sarà triste.
Ti inviterà a cena a casa sua, e ti declamerà "Vile potabis modicis Sabinum cantharis", e risponderai svogliatamente "Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus". Sarà triste.
Finirà presto, lo sapete già entrambi. Saranno i tuoi Sex Pistols o il suo Mozart, il suo Caproni e il tuo Morrison, le tue Cime Tempestose contro il suo Carducci.

Finirà, certo, e lui sarà triste. 

Ma mai quanto sarai felice tu, quando metterai in stereo il tuo peggior cd heavy e ti preparerai un Campari col bianco da degustare rileggendo "Via col Vento". Il tuo inutile mattone sentimentale per ragazze senza immaginazione.
 
Leggitelo, una volta, "Via col Vento", magari ne ricavi qualche frase ad effetto da usare con la shampista con cui mi han detto che te la fai.

 






Nessun commento:

Posta un commento