È lei!

È lei!

giovedì 10 maggio 2012

Della maternità

Non è vero che non mi piacciono i bambini. Non so chi abbia messo in giro questa voce. Io i bambini li adoro.
Li adoro come Aristotele adorava il mondo: con freddo distacco e poca meraviglia.  
Rimango incantata da quegli ammassi di cellule di forma apparentemente umana che "in potenza" possono diventare la qualsiasi. 
Magari il nano che ti ha appena vomitato la poppata sul cuscino di velluto diventerà Presidente della Repubblica. 
Magari la nana che se l'è fatta di nuovo addosso, perché è nana, diventerà la nuova Carla Fracci. 
Non si può mai sapere, con i bambini. 
Sono veramente la spiegazione vivente dell'atto e della potenza, una meraviglia della biologia, la quintessenza della natura.

Fine della poesia.

I bambini mi piacciono, mi piace come funzionano, mi piace che non abbiano filtri e che abbiano una madre da cui tornare. E mi piace sapere che quella madre non sono e non sarò mai io. 

Quello che adoro dei bambini è la rapidità con cui collegano causa e effetto. 
Se le loro madri fossero rapide, non dico tanto, ma un decimo di quanto lo sono loro, non succederebbero le tragedie. 
Mi piacciono i processi linguistici nudi e crudi che applicano senza pietà. 
Adoro i bambini perché ti preparano il terreno per condividere un contesto. I bambini non tie scludono mai a priori, potresti sempre essere una risorsa interessante.
I bambini, però, ce lo insegna Il Signore delle Mosche, sono spietati.
Amo questi piccoli cannibali senza freni.
Amo quando imparano qualsiasi cosa dal nulla, non sai come e dove l'abbiano imparato, ma ormai l'hanno fatto.
Amo quegli occhi che vogliono dire indiscutibilmente amore e amore incondizionato, non amoreperchénonmicompriundiamante.

Quello che odio dei bambini, come potrete ben immaginare dalla foto, sono i liquami che sono in grado di produrre.
Credo che fisicamente sia un processo indimostrabile.
Una poppata è, in media, 50 ml, ho scoperto. 50 ml.
50 ml sono 5 cl, un quarto di boccetta di succo di frutta.
Non entro nel dettaglio.
Tra l'altro, quello di bambino non è annoverato tra i tipi di letame migliori per la concimazione.
Una vera sòla.

Quello che mi fa schifo dei bambini, poi, sono i loro contenitori. Le madri.
Le donne incinte, lo posso dire, mi fanno schifo.
Non nel complesso, mi fa schifo sapere che si sono mangiate un bambino. Che ce l'hanno dove io ho quei 163 biscotti che ho mangiato prima con Rocco e Romeo.

Mie care amiche di Facebook, io vi voglio bene, sul serio.
Ma dovreste prendere esempio da quella che non ci ha inflitto nove mesi di aggiornamenti minuto per minuto sui momenti clou della sua gravidanza.
Non spiaccicatemi le foto dei vostri girini in bacheca, non scriverò mai che mi piacciono. Mi fanno schifo. I bambini mi piacciono quando cominciano ad assumere sembianze umane, non quando sono più simili alle farfalle della farina che ai primati.
È la verità.

Non mi commuovono i vostri link pieni di manine grinzose e piedini storti, non mi fanno ridere le foto di Anne Geddes, non fremo nell'attesa di perle di puericultura.

Amo i bambini, specialmente con le patate. Sono comunista.


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