Nel Mulino che vorrei

Stamattina ho ammesso che la conferenza stampa di ieri sera ha stimolato in me il desiderio di fare qualunque cosa che non fosse finire di ascoltarla.
Se non avessi 4 lumini da morto al posto delle luci del salotto, avrei tolto il parquet lisca per lisca e avrei cominciato a pulire il pavimento sottostante. Alla fine, ho semplicemente dormicchiato sul divano.

Miei cari colleghi, 25 lettori, ché magari gli stalker sono riuscita a seminarli, che dire.

Non entro nel dettaglio, perché l'hanno già fatto tutti e le mie competenze sono indiscutibilmente più limitate di quelle di chi si occupa quotidianamente di 'sta roba.
Però, dato che c'è posto per il delirio di tutti, non voglio privarvi del mio.

Gentili signori, ecco la mia proposta. Per un mondo migliore, non per salvare l'Italia.

Per dirne una, rivalutiamo le Leggi Siccardi. Vi rinfresco la memoria: "progetto di legge del 1850, che prende il nome dal suo promotore, G. Siccardi. Presentato al Parlamento il 25 febbraio come un unico progetto di legge, fu poi suddiviso in tre progetti separati che miravano all'abolizione del foro ecclesiastico e delle immunità del clero, all'interdetto delle manomorte (con divieto per gli enti morali di acquistare immobili per donazioni tra vivi o per testamento senza l'approvazione regia, previo parere del consiglio di stato), alla riduzione delle festività religiose e all'abolizione delle penalità per l'inosservanza delle stesse. Approvate a larga maggioranza dalla Camera e non senza contrasti dal Senato (promulgate dalla Corona il 9 aprile), provocarono la violenta reazione di Roma. [fonte: Sapere.it]

Ora, notate qualcosa di sbagliato? Io no. Stiamo parlando del 1850. Ci saremo evoluti, in 160 anni di storia? Mi rispondo di no.

Se Siccardi non vi sta bene, ossiamo anche fare un'altra miriade di esempi: Carlos III, ad un certo punto, nel 1751, si fa rodere il culo e decide di espellere tutti i gesuiti e di far sì che lo Stato inglobasse tutti i loro beni. Non basta? Allora passiamo al 1789: Francia, la Costituente mette a disposizione dello Stato tutti i beni ecclesiastici.
Ne è passato di tempo. Guardo sempre con nostalgia a quei tempi.

Potrei continuare per ore a citare esempi virtuosi: ultimo ma non ultimo l'esempio della Basilica di Cristo Salvatore a Mosca che sorgeva proprio di fronte al Cremlino. Rasa al suolo (3 cariche di dinamite, eh, mica fiorellini), doveva lasciare spazio ad un enorme palazzo del Soviet. Il Palazzo non si fece, ma diventò una meravigliosa piscina all'aperto, frequentata da cani e porci. Questa la chiamo riqualificazione..

Nel Mulino che vorrei, tutta quella massa di mosche gialle (giusto oggi ricordavo con orgoglio la mia passione per le catene alimentari) che vivono tra Parlamento e Senato, vorrei che venissero ricondotte al loro habitat: il letame. Ognuno a casa sua, game over, vammoriammazzàto, quello.

Monti, non mi dilungo, che mi torna l'ulcera: sono felice che tu sappia cosa sia un coup de théâtre, e che tu abbia voluto fare il bello ai nostri occhi dicendo che rinuncerai con magnanimità al tuo stipendio. Sei mica Madre Teresa, sai? È inutile che tu ci sbatta in faccia il tuo immane sacrificio (immagino che il tuo portafoglio tremi almeno quanto il mio, neh?) quando poi..niente, mi scappava una metafora, ma la tengo per dopo.

La storia del bastone e della carota (via con la metafora) la conosciamo un po' tutti, ma mi sembra che questi due strumenti vengano usati in modo inappropriato, in questo momento: scegli quale dei due metterci al culo, perché tutti e due insieme... è troppo.

Speriamo che la vaselina ce la passi la mutua.