È lei!

È lei!

lunedì 13 ottobre 2014

Memorie di una pallavolista nostalgica

Questo mondiale m'ha fatto sognare, chevvelodicoaffà. Mi è sembrato di stare ogni secondo, di aver fatto riscaldamento con ogni singola squadra e di aver vinto o perso ogni partita. L'Italia mi ha fatto sognare e ricordare che sport infinitamente bello è la pallavolo. Lucchetta al commento mi ha ricordato di quando avevo, boh, 5, 6 anni e il suo nome e quello di Zorzi si sentivano addirittura in TV, quelli di Rio 1990, per dire. Erano gli anni in cui guardavo Mila e Shiro e decidevo che io volevo proprio giocare a pallavolo, in cui ero ancora troppo nana per giocare (non che sia mai diventata alta) e in cui lo zio appiccicò un tondo all'armadio di casa dicendomi che, nell'attesa di poter cominciare a giocare, potevo allenarmi a colpire quello. Pronunciavo la parola "bagher" come se fosse una formla magica.
Con questo post-nostalgia sollevato dalle partite finite ieri, voglio condividere (so che non vedevate l'ora) tutti i ricordi che sono venuti a galla, che sembrano di una vita fa.
Nel primissimo ricordo, vi dico solo: Borzonasca, Gran Prix di Minivolley, una foto indecente in cui siamo (ognuna a modo suo) assolutamente inguardabili: e qui nomino Flavia, Federica e Yas. Appena torno a casa la cerco quella foto, perché a vederla non ci si dava due lire, ma effettivamente si poteva solo migliorare. Il secondo ricordo è quello di un torneo estivo di superminivolley a Lavagna, con tanto di trafilletto sul Secolo XIX (ho conservato anche quello!): e qui nomino Silvia, Lisa e Alessandra. Secondo posto per un punto, grazie per aver fatto salire la mia autostima convocandomi "nelle grandi" :) Nella stessa edizione del torneo, forse due anni dopo, arriviamo decentemente ex-aequo con l'Admo, mi pare: e qui Flavia, Veronica, Chiara e Roberta e Gloria (allora all'ADMO).
Poi, il super-esordio nel campo a 6. Partite interminabili, la palestra di Via Lombardia: un susseguirsi di allenatori: un "Porca ranocchia" che voleva dire "porche tutte le divinità mai venerate al mondo" e voleva anche dire "Ahó, ma vincerne una mai?". Anni di pallonate in faccia in una squadra allargata, con Chiara, Roberta, Benedetta, Irene, Flavia, Yas, Gloria, Francesca e Jessica, e con l'inserimento di nuove leve del calibro della Perry, di Anna e Letizia. Anni dopo con relativamente-meno pallonate in faccia: per fortuna dalla III divisione non si può scendere alla IV, ma mi sono divertita una cifra. [sono sicura che sto mischiando i campionati, ma signore mie, parliamo del Medioevo, di anni in cui non c'era ancora l'Euro e tantomeno Facebook!].
Poi si passò alla II divisione, addirittura con un primordio di schemi (roba che ora te se magnano cór pane se non sai gli schemi, qui ormai ti fanno le fast dietro anche in Under 13): comincia la mia carriera di "nana", unica quattordicenne in mezzo alle ventenni, e le "trasferte" sulla R4 dell'allenatore. Come fosse successo l'altro ieri, ricordo il mio primo ingresso durante una partita a Cicagna. Punto su battuta sull'altro palleggio. Per assurdo, non mi ricordo quasi un nome delle mie compagne di quel campionato, fu il periodo delle tre Valentine in campo, ma parliamo di 11 anni fa e non ho foto o testimonianze.
Poi arrivò la I divisione, con la Betta ad allenarci: chi l'avrebbe detto che quei 6 rospi di cui sopra, con Francesca come libero, se la sarebbero cavata decentemente a metà classifica? Certo, prese a pallonate dal Recco (di cui nomino Tanya), dal Villaggio (Michela) e spesse volte dal Rapallo (Daniela) per non dimenticarci dell'Admo (non ho nessuno da tirare in causa). Forse non stavamo proprio a metà classifica? Comunque. Ho un ricordo chiarissimo di un 3 a qualcosa contro il Winner (credo 3-1, ma non lo so) in una partita in cui abbiamo tirato su anche le listarelle del parquet finita ad insulti con l'allenatore opposto. Io e Flavia le più eleganti in campo.
Poi la selezione provinciale che, OMG, mi sembrava di giocare per la coppa interplanetaria. Chiedo conferma a Michela e Tanya e Elvira, ma c'hanno asfaltate ve'?
E ultima venne la mia massima serie, in cui portata come nana di giocatrice (mettetevici voi di fianco ad un centrale di una serie decente, col mio metro e 58) e dove mi hanno insegnato tutto quello che ora posso sentenziare saccentemente mentre guardo le partite. Sì, un tempo lo sapevo anche fare con le mani, o almeno ci provavo. Con grandissime giocatrici che ricordo come semi-dee (prima fra tutte il primo palleggio, con massimo rispetto per le altre - Daniela -); con centrali che mi hanno fatto capire cosa fossero i centrali, martelli che belin se erano martelli e opposti che avoja, con il libero che per me era un mistero come tirasse su tutti quei palloni e tutta quell'energia. Grazie per avermi fatta entrare sul 23-21 di una partita di cui ricordo solo il "Vale, entri" di Stefano e due palle al centro messe giù dal buoncuore di Emma. Scusate, mi sto ancora cagando sotto. Mio padre ricorda tuttora quel momento come uno dei più emozionanti della sua vita, molto di più del mio matrimonio.
Poi, il lento e inesorabile abbandono, che se potessi tornare indietro me le strapperei, 'ste mani, invece che usarle per servire piatti ai tavoli.
Ma la pallavolo è uno sport bello, è uno sport che...datemi un anno di restauro atletico, che a settembre ci ribecchiamo.


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