È lei!

È lei!

lunedì 3 febbraio 2014

Dell'uso della sala lettura di una biblioteca.

Alle Elementari ci portarono in gita alla Biblioteca Comunale di Riva Trigoso. Una specie di grand tour alla scoperta dei servizi del comune. Una biblioteca ai tempi moderna, luminosa e pulita, asilo di profughi dello studio per gli anni a seguire.
Ci avevano detto di stare in silenzio, seduti sulle seggioline o per terra, e di ascoltare la signora Enrica che ci leggeva una storia. E noi zitti, ad ascoltare la storia.
Poi, venne l'ora della merenda. In biblioteca non si fa merenda, perché le briciole fanno male ai libri. Le briciole attirano gli insetti, gli insetti si rifugiano nei libri, i libri si rovinano. Chiaro. La merenda si fa dopo.
Nell'illustrarci le molteplici funzioni di una biblioteca, la signora Enrica ci invitò a prendere in prestito "al massimo due libri, da restituire entro un mese". 
E tutti prendemmo due libri in prestito. Ne presi uno sugli strumenti musicali e uno del Battello a Vapore. Secondo me era Gatto Tigrato e Miss Rondinella, ma non ne sono sicura.

Seconda Elementare, presumibilmente. Le regole della Biblioteca Comunale erano state impresse indelebilmente nella testolina di 25 bambini.

1) In biblioteca si sta zitti
2) In biblioteca si sta zitti e seduti
3) In biblioteca si sta zitti e seduti e non si mangia al tavolo
4) In biblioteca si sta zitti e seduti e non si mangia al tavolo, né si beve caffè, cioccolata calda, Fernet Branca, Aperol Spritz o Cosmopolitan. 

Da queste banali regole, possiamo dunque evincere che:
1) In biblioteca non puoi fare videochiamate su Skype. 
2) In biblioteca non si limona appassionatamente con il proprio partner
3) In biblioteca non si consulta il dizionario di mitologia classica con le dita unte di pizza 
4) In biblioteca non si occupa un posto per guardare telefilm in streaming scroccando la connessione wi-fi
5) In biblioteca non si aggiorna il proprio blog, ma qui le regole le faccio io.
6) In biblioteca non si usano i computer degli altri quando questi si alzano per andare a bere il caffè al bar (come da regola numero 4)
7) In biblioteca non si parla a volume esagerato delle proprie performance sessuali con quella che l'altro giorno studiava anatopato, perché era un cesso a pedali dismesso pure dalle Ferrovie dello Stato, tra l'altro.
8) In biblioteca, il cellulare non è uno strumento di studio. Per tanto, privare un volenteroso studente di un posto a sedere perché avete il cellulare in carica...beh, penso che sia un reato contemplato già dall'Editto di Rotari. 
9) La biblioteca non è Palm Beach e quelli, a casa mia, sono buchi di cellulite, niente di piacevole a vedersi. In biblioteca non ci si veste come un chilo di macinato di maiale dentro un budello di suino.
10) I vostri vicini di tavolo non sono criminali di guerra. Non hanno, in linea di massima, violentato bambini, né donne. Trattateli come persone che godono del pieno dei diritti civili: lavatevi, cazzo. 





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