È lei!

È lei!

mercoledì 6 febbraio 2013

La Francia non ha né inverno, né estate, né principi morali. A parte questi inconvenienti, è un bel paese.


Odio i francesi, ma amo il caffè. Allora, forte di questa certezza, sono andata al bar, e invece che ordinare un francese, ho ordinato un caffè.
Di fianco a me, un francese, che probabilmente, ho pensato, condivideva il mio gusto, ha ordinato un caffè e non un francese. Sarà un caso.
Mentre mescolo il caffè con precisione chirurgica, il francese mi si avvicina e mi chiede: “Fin a que hora la bibliotheca tiene a-perto?”
E io, che sono fatta di marzapane, gli ho risposto, rassicurante: “Stasera e domani alle 10, gli altri giorni alle 7″.
“E a que hora apre le matina?”
“Alle 9″, con tanto di sorriso.
“Penzi que si arrivo ale 9, troverò posto ne li armadietti? Penzo que non ci sono abbastanza, per tutti”
“Sì”, scocciata, “ma molti sono rotti, per questo non ce ne sono abbastanza”.
Mescolo il caffè. Faccio per berlo.
“Ma come, proprio dietro a residenza de Primo Ministro?”
“Intanto, EX primo ministro, prego”.
“Sì, ma c’est pas possible. Si tu vas a la biblioteca nazionale di Parigi o di Londra non serve nemeno armadietto! Perché non aggiustano?”
“Non ci sono i soldi, e il Primo Ministro e il Sindaco ritengono che i soldi debbano essere spesi in un altro modo, evidentemente”, taglio corto.
“Io sono contre queste betises”. Mi altero.
“Se tu facessi la mia facoltà, ti renderesti conto che quello che dico, lo dico col cuore, non per dare aria alla bocca”
“Voi penzate sul serio che ora che Berlusconi è dimissionato, tutta va a cambiare e que unico problema era lui?”
Mi agito.
“Non, non penso che cambierà qualcosa, ma intimamente sono contenta di non essere rappresentata da un uomo così volgare, che frequenta la feccia della feccia e come tale si comporta. Siamo un popolo eccezionale, non ce lo meritiamo.”
“Ooooooh, la fille crede ancora a le favole! E penzi sul serio que la tecnocratie resolve qualche cosa. Molto probablemente non riuscite a resolvere niente”
Sono diventata rossa come un garibaldino, mi sono sentita la Lega Antifrancese del 1511, la pressione arteriosa mi suonava l’Inno di Mameli.
“Ma perché non te ne torni in Francia, eh? Ha sentito il bisogno di fare i chilometri per cagarmi la minchia a me? Tornatene a Parigi, vattene affunculo, va’ ‘m po’ ‘ndo te pare, ma che cazzo vuoi dalla mia vita? IO giudico il MIO Paese, perché è mio e lo conosco, TU pensa a giudicare il Tuo, di Paese, e pensate a Carla Bruni e a ridarci la Gioconda!”
“Ma…” fa al barista.
“Eh, no, sono d’accordo co’ lei”.
“E poi le Alpi ci dividono da milioni di anni per un motivo.”
“Ma…”
“Lo sapevi che da noi si dice che chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni?”
Non avevo finito di dirlo, che se n’era andato.
Quando mi sono ripresa dalla parentesi garibaldina, mi sono guardata intorno. Mi sorridevano tutti.
Francesi, però, pure voi, basta cagare fuori dal vaso! Sennò mi partono gli emboli e divento pericolosamente patriottica.

Nessun commento:

Posta un commento