È lei!

È lei!

lunedì 23 gennaio 2012

Perché Vasco sì.

Lunga e annosissima diatriba. Perché Vasco sì e Ligabue no.
Il primo album di Vasco che ho avuto è "Canzoni per me". L'ho avuto come regalo per la pagella della terza elementare, se non sbaglio. Inaspettatissimo.
Pomeriggio, gennaio, per qualche oscura e remota ragione uscivamo prima delle solite quattro e mezza da scuola. Gradini - mamma - regalo. È assurdo con che infinità di dettagli ti ricordi una cosa successa più di dieci anni fa.
Mi sono innamorata del colore con cui è scritto "Vasco Rossi", che poi è lo stesso colore che c'è sul cd.
Quel pomeriggio, devo aver ascoltato "Io no" un centinaio di volte.

Poi, in che modo strano funzionano i genitori. Ci regalavano (a me e mia sorella, dico) i cd delle cose più mostruose - o relativamente mostruose, ma che comunque adoravamo - e ci lasciavano ore ed ore ad ascoltarli, e ci guardavano sorridendo compiaciuti della nostra cultura musicale in potenza.
Questo di Vasco è stato il primo "cd da grande", il punto di non ritorno che mi ha allontanata per sempre dalle Spice Girls.
Comunque, "Canzoni per me" è piaciuto anche ai miei genitori. "Laura", in particolare, quella che dice che "la gente vuole Natale con la neve". Mia madre me lo ricorda tutte le volte che viene l'inverno. Le piace, il Natale con la neve. Tutte le volte che cita "la gente vuole Natale con la neve", mio padre le risponde "tenetevela, la neve, preferisco il caldo".

Comunque, così è cominciato. Vasco è rimasto in stand-by per qualche tempo, fino a "Stupido Hotel", masterizzato dallo zio. Quant'è bello quell'album. Le prime quattro canzoni ti appiccicano al muro. Le ho sparse per tutte le cassette che ascoltavamo in macchina, spuntavano ovunque a tradimento. Poi "Buoni o cattivi". Ho ascoltato "Señorita" fino a farmi sanguinare i timpani.

Ecco, con Ligabue non è stato amore, non così. Il primo cd di Ligabue che mi hanno regalato, due mesi dopo "Canzoni per me" è "Miss Mondo '99". Non è malvagio, ma non l'ho consumato. C'è "Una vita da mediano", ma in "Canzoni per me" c'è "Rewind". È un po' diverso. 
Con i cd di Ligabue non salti, non urli, non balli. 

Poi, sono arrivati gli altri album. Tutti. 'mbottodequattrini, ma ben spesi. Così come non si hanno mai abbastanza versioni di "Cime Tempestose", non se ne hanno mai abbastanza neanche di "Dillo alla luna".
Poi, sono arrivati i fidanzati. Quello a cui piace Vasco, l'ho sposato.
C'è stato quello che sempre e solo De Andrè, quello che "Vasco, ascolti? Non esprime concetti. Ascolta questa!". Santa Cleopatra. Dubito di ricordarmi come si chiami questo gentile signore.
C'è stato quello che "solo electrónica, señorita, y Basco no me piace perqué urla". Quanta pazienza.
C'è stato quello che "Ti piace Vasco?", chiese lei, in aria di concerto. "No, lo trovo rozzo come tutti i suoi fans". Game over, baby. Tu e le tue arie da finto intelettuale con l'affitto pagato. Saresti morto, a quel concerto.  Forse ti avrei ucciso io, tra l'altro.  Forse ti avrei lasciato in balìa dei tre alcolizzati di cui sotto. Anzi, non disse "rozzo". Disse "rozzo e commerciale". Allora, non accetto un commento del genere da uno che legge De Carlo. Un altro. Per un tot di anni, De Carlo ha popolato i miei peggiori incubi. Poi ho letto "Uccelli da gabbia e da voliera" e ho smesso di uscire con i lettori di De Carlo.
Per non dire di quello che "Pensavo che sopra un certo livello d'istruzione non si ascoltasse Vasco". Credo di avergli risposto "spero che ti sbranino i topi mentre sei ad un concerto di musica da camera". Quella ascoltava. Deve avermene anche copiato un cd. Pippassi coca, l'avrei usato, se non altro. Ma non pippo, e mi sono limitata a buttarlo via. Dico, la musica da camera! Non eravamo fatti l'uno per l'altra. Perché sotto la doccia canto come un'ossessa. "Ogni volta".

Poi, sono venuti i concerti. Il Concerto, con la C maiuscola è stato a Casalecchio di Reno. E vi direte, perché fino là? Per mediare tra Roma e Camogli. Insomma, Casalecchio è a non so quanti chilometri da Bologna, forse pochi, ma, cielo, servirebbe un libro intero per raccontare quel concerto.
"È il potere di Vasco", dicitur. Tre alcolizzati gentilissimi che ci hanno chiamato un taxi per farci fare gli ultimi 138 chilometri, per arrivare al palazzetto.
(c'è stato anche un "ma dove dormite, stasera? Perché se avete bisogno, c'è casa mia". Che cavalieri, che concerto, che notte).

Ecco, mentre vagavamo nel buio di Casalecchio, alla ricerca di un'indicazione corretta, ci siamo dette "A Tizia, Caia e Sempronia non sarebbe mai successo di perdersi in mezzo al nulla per andare al concerto di Vasco".
Ora che ci penso, non  sarebbe mai successo perché sono fans di Ligabue.

Poi, c'è stato Vasco all'Olimpico, il genio del male che si è perso la fidanzata, "Sally", "Dillo alla luna" e "ogni volta" in sequenza. Per "Senza Parole", mi hanno doppiata come succede ad ogni concerto, e stavamo cantando tutti felici e contenti. Di fianco avevo due fasci maledetti, ma stavamo cantando "Senza Parole", non importava.

Chiambretti, tutto questo per dire che la competizione che hai armato, credo in replica, ieri sera, non aveva cagion d'essere diversa dall'inimitabile presenza di Pino Scotto.

Et hoc dicens, vado a pontificare in palestra, sarà il caso, dopo la chilata di coda alla vaccinara che ho sbranato ieri.

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