È lei!

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martedì 18 giugno 2013

in da traffic

Tu, che con la biciclettina radical-chic-usata-ma-non-troppo imbocchi il Lungotevere Flaminio contromano nonostante sia notoriamente a due sensi, mi vieni addosso, mi costringi ad inchiodare finendo in una buca che più che una buca sembrava il cratere della Terra di Wilkes e mi riprendi con un "Ma che boccaccia!" quando ti snocciolo una quantità di parolacce che i cinepanetoni mi fanno una pippa - spero che incontri sulla tua strada un vichingo nord europeo su una Harley Road King (400 chili deròbba) che non faccia con te quello che la primavera fa con i ciliegi, ma quello che il mio macellaio fa con i tocchetti di carne prima di trasformarli in polpette.




mercoledì 27 marzo 2013

Lo scooterista



Lo scooterista si muove in branco, è un animale gregario. Come i canidi, si muove in gruppo. 
L'elezione del capo-branco, però, è affidata totalmente al caso. 
Può essere uno con il Burgman 400, uno con un Liberty 50, o addirittura una donna.
Paura, eh?
Tombino incidente motoQuando ti ritrovi capobranco, non per meriti, ma per tempismo, gli altri si aspettano che tu faccia qualcosa, che tu trovi una soluzione. Sei il primo della colonna, devi far avanzare il branco verso i campi verdi e sterminati del lungotevere. 

Sorpasso a destra, sorpasso sinistra, acceleratina cafona, inchiodata, sorpasso a destra, misurazione al laser della distanza tra gli specchietti di un tir a 18 ruote e di un autobus a due piani per turisti (che ti schiaccerebbero senza esitare un attimo, ma essere un capobranco comporta dei rischi, si sa), lenti sbilanciamenti del bacino che fanno sempre molto figa, gambetta all'indietro sul pedale del passeggero (i capobranco, se giovani, sono dannatamente truzzi alla guida), pieghettina in curva se c'è abbastanza spazio, che non si dica che non siamo sciolte. Non si può deludere il branco. È un affronto intollerabile che degli scooteristi rimangano a più di 50 metri dal più vicino semaforo, inchiodati da uno spazio troppo stretto. Il capobranco non può fallire così. Il capobranco si arrampica sui muri e guadagna la striscia pedonale, se non il centro dell'incrocio. 
Il capobranco, tra le sue responsabilità, sa anche che perderà moti dei suoi compari. Oggi ne ho persi svariati. Ad esempio, i capobranco femmina con i jeans stretti sono avvantaggiati nel traffico, rispetto ad energumeni a 4 ante con cassetti e Hogan su elicotteri a forma di scooter vari; ne ho persi 85 sul lungotevere dei Mellini, stavano portando via SUV parcheggiati a cazzo. "Passa, bella, passa", mi fa il viggile*. Poi alza la paletta. Un destino cinico e baro: ero capobranco da meno di 150 metri.
Mi sono autoproclamata capobranco anche a Via del Corso, quando il mio predecessore con un T-Max 750 ha abdicato, incastrato tra un camioncino dell'AMA e una Polo. Vado, vi faccio strada, compari. Seguitemi, miei prodi!
Aricomincia: acceleratina, sorpasso a destra, schiva il pedone, sorpassa a sinistra, acceleratina per non prendere in faccia un autobus, sorpassino a sinistra (una volta tanto) inchiodatina, check destra-sinistra, via libera. Campi verdi. Il Lungotevere.

Finché non buchi il semaforo rosso, là in fondo, uno dei 5 semafori di Roma muniti di telecamera.
*Il viggile è un'importante carica istituzionale, coperta da membri della Polizia Municipale romana. Tra le altre cariche, "stofijodenamignotta", "anvedistaculona", "maseimpopostronzo!"