È lei!

È lei!

domenica 12 maggio 2013

Come perle di collane di tristezza.

"Tu, che te la fai con uno che accosta la macchinetta a Corso Francia e ti mostra il panorama meraviglioso da sotto le aquile di Ponte Flaminio, cingendoti come ho visto fare solo in Mega Shark vs. Giant Octopus, sappi che c'è un limite sindacale anche alla tristezza, e tale limite sindacale è il belvedere del Gianicolo nell'ora d'aria dei carcerati del Regina Coeli".

È un problema sociale, la tristezza di questi appuntamenti. Forse la voleva buttare nel Tevere, non è da escludere. 
Insomma, fanciulle, tocca mettere dei paletti. A dire sempre di sì, si svaluta il prodotto. 
Cominciamo col dire "no" ai trentenni con la macchinetta e con il motorino 50, e santa Cleopatra.
Insomma, l'esperienza insegna che alla tristezza di certi appuntamenti non esiste un limite. Per dirne una, nel 2010, anno di forte turbolenza sentimentale, mi hanno trascinata 4 volte alla mostra di Hopper. Dico, ce l'avete presente Hopper? Niente contro di lui, ma venitemi a dire che è allegro. Ve lo ricordo brevemente con un'immagine e un link molto utile:

Nighthawks - E. Hopper (1942)
Icona della solitudine della New York degli anni '40, è l'opera più famosa di Hopper.
Insomma, si può essere tristi in tanti modi. 
Dico, Ponte Flaminio, ma come ti viene in mente? C'è un traffico inenarrabile, è un monumento fascista al cubo e affaccia su un biondo Tevere guarnito di nutrie e senza tetto, nonché sul Villaggio Olimpico. Portala a Corviale, se le devi far vedere un paesaggio squallido, allora. 
Facevi metà del dovere tuo a portarla da Ikea a Porta di Roma. Ah, ma con la macchinetta 50 non puoi fare il raccordo, giusto. 
 
Dico che non c'è limite alla tristezza, ma un sindacato serio garantirebbe una soglia massima oltre la quale il livello di tristezza non è tollerabile. Andrebbe proprio scritto uno statuto che regoli la questione. 
Tristezza è "vuoi salire a vedere la mia collezione di farfalle/ collezione di quadri del Trecento/ il mio armadillo albino?".
Vedi certa roba che Eskimo, in confronto, è un inno al chi vuol esser lieto, sia.
Personaggi che, in confronto, Leopardi era un playboy. 

No, ma dico, Ponte Flaminio, come t'è venuto in mente?

Potevi portarla in un parcheggio qualsiasi, al Gianicolo, appunto, ma anche al Billa un po' più avanti sulla Flaminia, era uguale. 
A sedici anni, magari, non ti accorgi dello squallore vero e insindacabile -appunto- delle cose che fai, sei troppo ottenebrato dalla tempesta ormonale. Se ci fosse uno statuto, si potrebbe stabilire un rapporto di decenza tra tristezza, squallore e decoro urbano. Melissa P. immediatamente assunta come consulente.

E dai, basta cose tristi, Roma è piena di cose bellissime da vedere, di meravigliosi parchi e ville, perché Ponte Flaminio? Che fai, ti apparti su Ponte Flaminio? Ci passano almeno almeno 6 linee di autobus diverse, per non parlare di quelle 200 auto al minuto, in media, a traffico scorrevole.
Probabilmente, portare la fanciulla sull'argine del Tevere verso il Gazometro non t'è venuto in mente, sempre meglio che Ponte Flaminio, mi sa. Almeno è pieno di fossi e sorci, quello sì che è un posto appartato. 
Ma che t'ha fatto, il Gianicolo? È la quintessenza della banalità, devi fare la fila per affacciarti al belvedere, ma è meno triste di Ponte Flaminio.

 
Dimostri già una certa dimestichezza con strade, vie e posti romantici.
Anzi che hai la macchinetta 50, sennò la piazzola autostradale era garantita. Tristezza.
Quanta tristezza.

Il fantasma dell'opera, secondo voi, avrebbe mai portato Christine Daaé a cena all'Autogrill? Embehdaisù
E Cyrano de Bergerac avrebbe mai passeggiato fianco a fianco a Rossana su Corso Francia?
Mesaddenò.
Werther avrebbe mai proposto a Lotte di andare al Cinema a Porta di Roma?
Eddai.

Che vi serva da spunto per una riflessione.

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