È lei!

È lei!

martedì 1 gennaio 2013

Santa Barbara dei Librari



Di solito è chiusa, sigillata. In tre anni non ho mai avuto il piacere di entrare.
È una chiesetta minuscola, che sta praticamente alle spalle di casa mia. Nel senso: l'appartamento di fronte al nostro c'è sopra. Ecco.

Di Santa Barbara dei Librari, prima che si chiamasse così, abbiamo notizie fin dal Medioevo; viene datata, in genere, 1306 - mentre una lapide all'interno della Chiesa testimonia che sia lì da prima, dal X-XI secolo.
Santa Barbara, poraccia, nacque in Turchia da padre pagano e madre cristiana. Quando decise di convertirsi - anche se suo padre la teneva già in clausura, prima che facesse outing - il padre la denunciò all'incaricato dell'epoca, che la condannò, ovviamente, a morte per decapitazione. Come avrete visto in quel magnifico sceneggiato sulla vita della santa che, se non sbaglio, hanno dato sulla RAI, è proprio il padre a decapitarla, dopo due o più giorni di torture. Appena eseguita la decapitazione, un fulmine colpisce l'uomo, ucidendolo. 4 dicembre 306. Ergo, Santa Barbara è protettrice di qualsiasi cosa abbia a che fare con il fuoco e con gli esplosivi (btw, il posto dove si conservano gli esplosivi si chiama, per estensione, santabarbara).

Torniamo a noi. Ecco la Chiesa.

Chiesa o non chiesa, Leone X le da un titolo cardinalizio, cioè "un padrone". Il titulus è quella striscia di marmo con scritta in latino che vedete su quasi tutti i portoni delle chiese, per capirsi. Sisto V glielo toglie, Clemente VIII da la botta finale togliendo la mansione di cura delle anime alla parrocchia, ma la lascia ai Gesuiti. Rimane a loro, fino all'anno dopo, quando viene comprata da una confraternita, quella dei Librari, come leggiamo in un'iscrizione sulla facciata stessa.

  
Si vede? Comunque c'è scritto che il 22 febbraio del 1638, l'Università dei Librari comprò la Chiesa e tutto il circondario per 400 scudi. In più, intitola la chiesa non solo a Santa Barbara, ma anche a Tommaso d'Aquino e a San Giovanni, già protettori dell'ordine dei Librari. 

Continuiamo: all'interno ci sono vari rimaneggiamenti. Ecco, non aspettatevi una chiesa medievale, se non per un paio di dettagli come il trittico e il crocifisso ligneo. Per il resto, mi permetto di dire che è barocca.


Entriamo: a destra si nota immediatamente un trittico vecccccchiiiiiiiiisssssimo; questo:
Fresco di restauro, è del 1453. Ci sono la Madonna con il Bambino, l'Arcangelo Michele e San Giovanni Battista. Ma non era Gabriele, l'autore del misfatto? Michele era il capo delle armate celesti, quello che si nomina negli esorcismi, per capirsi. Quello con la spada che uno si confonde sempre con San Giorgio.
Questa è la Gloria di Santa Barbara: appena entrati, ve la trovate sulla testa. Se girate le spalle, c'è anche un organo carino carino.






Insomma, andando verso il centro della Chiesa, aspettatevi questo:
Carina, ve'? Questa è Santa Barbara in adorazione del Cristo Risorto, di Luigi Garzi - che  lo stesso che ha dipinto i vari santi tutti intorno e i dolenti ai piedi del Crocifisso di destra.





Questo signore è  Zenobio Masotti, che pagò il restauro del 1688.
Non fosse che dieci anni dopo, la confraternita si sciolse e la chiesa venne sconsacrata. Quindi, tutti gli arredi, i marmi e le reliquie vennero trasferite a San Carlo ai Catinari e Santa Barbara divenne un magazzino. Il magazzino di un arredatore, se ho letto bene.
Infatti, se guardiamo bene, alle pareti non ci sono marmi. È tutto dipinto.

questo è uno degli altari del Seicento, intarsiato in avorio, madreperla, agata e altre pietre.
Insomma, QUANTO SEI BELLA ROMA!








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