È lei!

È lei!

venerdì 7 dicembre 2012

Dylan, addio!

Adoro. Semplicemente, adoro.


C'è una cosa strana che succede a noi collezionisti di fumetti.
Finisce lo spazio in casa, per esempio. 
Io da mo'che l'ho finito: 4 anni.
Prima avevo una porzione di stanza doppia. "Spazio? Quale spazio?" Però ero l'eletta, perché la ragazza che stava in quella catapecchia (nota ai più come Casa Sinuessa - ah, è lei che l'ha battezzta così!), al mio posto, prima di me - ovviamente- aveva una mensola. E io avevo una mensola sopra la scrivania, cosa che avrebbe dovuto farci presagire che sarei diventata una scienziata. Così non è stato. Ma questa è un'altra storia. 

Poi ho avuto mezza casa, ma era grande come la mia porzione di stanza doppia, in più affittata da un signore che risponde al nome di "Amó" [mio marito, per chi non frequentasse] che ama le fotografie. Gigantografie dove avrebbero potuto essere librerie. Savane, ghiacci polari a dimensione naturale. Ettari di bosco a forma di mobile grasso e ingombrante. 
E io sono arrivata candida: candida come un fiocco di neve. Con 8 scatoloni di libri. E ho continuato a sfornarne, negli ultimi due anni. Perché mia mamma è come me, ha bisogno di spazio per i suoi libri. 

Allora, Dylan, mio caro Dylan, compagno degli ultimi 7 anni di vita...
La nostra storia è un po' burrascosa, lo ammetto. Odi et amo. Ti ricordo che, per causa tua - insieme a Vasco e a Via col Vento - ho perso un fidanzato. Aveva una casa nuova comprata da mammà, già mi immaginavo chilometri di librerie. Mi ha detto "Alla tua età, leggi i fumetti? Sei messa male. Il fumetto è indice di superficialità, mi vanto di non averne mai letto uno". Anvedi che infanzia demmerda. Io sono stata iniziata al fumetto in tempi non sospetti, appena ho cominciato a leggere, perché mio padre aveva lasciato incustoditi presso la magione dei nonni, larga parte dei numeri di Diabolik, Tex e Mister No che leggeva da ragazzo. 
Poi una fa delle indagini e cerca la cosa più vicina ai suoi gusti. Il primo numero di Dylan Dog che ho letto è Il Fantasma di Anna Never. L'ho trovato ad un mercatino, per sbaglio. L'ho comprato ad 1 euro e 50 ed è la prima edizione. 
Dylan, che devo dire, mi sei piaciuto, anche se sei indice di superficialità. 
Poi ho avuto una semi tresca con un signore al quale ho omesso l'esistenza della mia collezione. Tanto, mi ha scaricata comunque. Ma credo che fosse reciproco.
Dylan, nel frattempo la mia collezione cresceva esponenzialmente. 
Color Fest, Albi giganti, Almanacchi della Paura, arretrati. 

Finalmente ho ricongiunto la mia collezione romana con quella sestrese, sono quasi due metri. 
Dylan, ieri sera mia suocera mi ha regalato ventisei voumi di dizionario enciclopedico UTET. Volevo saltarle al collo e fare una capriola in mezzo al salotto, ma non è educazione. 
Ne ho bisogno, di quello spazio. Sai, io amo i dizionari. 
Un dizionario - come diceva un'amica di mia mamma - è come una dentiera: ognuno deve avere il suo. 
Un dizionario ha bisogno di tempo, di attenzioni. C'è sempre un motivo per consultare un dizionario. Figuriamoci se enciclopedico. 
Io ho un problema con i dizionari. Mi succede di alzarmi, nel mezzo di una cena, e andare a cercare una parola sul dizionario. Molto spesso etimologico. Così, per essere sicura che stavo per dire una cosa interessante o, quantomeno, corretta.
 
Non mi ricordo, ma forse sì, chi avesse tentato di stupirmi (ma ci sarà riuscito?) con un DELI, di quelli un po' nani. Forse aveva paura di spiaccicarmi tra le pagine del DELI per adulti, a mo' di stella alpina. Non mi ricordo neanche perché. Però, aveva capito qualcosa della mia malattia per i dizionari.

Comunque, ora ho un DELI per grandi. Me l'ha regalato mio marito due mesi dopo che siamo andati a vivere insieme. Una parola al giorno va cercata, sul DELI. Anzi, ora che ci penso, riapro anche la finestrella del blog, così vi fate una cultura. L'Etimologia è una bestia strana: se è il tuo pane quotidiano e ne conosci i meccanismi, sai come domarla, il DELI  uno strumento di conferma e di affermazione del proprio io narciso (nel mio caso), oppure è il cilindro magico.

Cercare una parola sul dizionario presuppone cura ed impegno. Concentrazione, dedizione. 
Cerchi una parola per impararla, farla tua, usarla. Io li odio i dizionari online.
A me piace la carta, sfogliare le pagine, indugiare su altre definizioni e via dicendo. Perdere tempo, ecco.
Un dizionario Enciclopedico, figuriamoci! È da ieri sera che lo leggo. Sì, io i dizionari li leggo, non fateci caso.

Dylan, vedi, io non ce l'ho con te, ma non è che posso occupare un metro cubo di libreria con tutti i numeri della mia collezione.
Devo dire che mi ricordi anche un periodo non particolarmente festoso della mia esistenza. Mi ricordi la fame, la fame fisica e metafisica. Mi ricordi lo sbandamento delle tue avventure che sembrava uscire e occupare i miei spazi vitali. Mi ricordi quelle ore alla fermata del notturno, volti su volti di persone di cui non mi ricordo il nome. Mi ricordi amici che non frequento più perché non eravamo amici, ma un branco alla ricerca di cibo.
Poi, diciamolo, i disegni non sono più come una volta. Con il 315, la nostra avventura finisce, Dylan. Addio almanacchi, doppioni, speciali, collection books, albi giganti, color fest. 

Addio, Dylan, ormai sono cresciuta e tu sei cambiato. 

Sai, il Dizionario Enciclopedico ha una valore forte all'interno del mio barcollante sistema ideologico. 
È finita. 
E non guardarmi così, che mi fai piangere.


2 commenti:

  1. STROOONZAAAA COME HAI POTUTOOOO!!!!

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  2. Era inevitabile dal punto di vista storico!
    In realtà, i disegni non sono poi così belli. Poi con la serie dei Freak - che finisce con Marty, se non erro, è cominciato il declino. Sarà che quel numero mi ha devastato l'anima, ma...
    Sto pure pensando di farmi un Kindle per leggere gli ebook! (l'ho detto giusto?)

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